Manuela Dal Poggetto
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13. Mai 2025

Danza con il tempo

Ci sono giorni in cui niente va per il verso giusto.

 Può esserci il tempo più bello, il cielo più azzurro e il panorama più fantastico, ma nulla sembra funzionare. In quei giorni si vorrebbe strappare l’anima dal corpo e appenderla gocciolante nella speranza che tutto il peso che si porta dentro sprofondi lentamente ma inesorabilmente nella terra. E se rimane un briciolo di compassione, si spera che Madre Terra possa far nascere qualcosa di buono da tutto questo.

In quei giorni, lo specchio non aiuta, anzi ostacola perché l’ossessione per la giovinezza e la bellezza si posa sulle spalle come un rospo, che non vuole trasformarsi in principe. La conosciamo tutti, sia che si abbia venticinque o settantacinque anni. La sensazione di non essere abbastanza o di essere poco attraenti è universale.

Certo, questa condizione ha sua giustificazione, perché a volte può essere persino divertente crogiolarsi nell’autocommiserazione, purché questa non prenda il sopravvento. In fondo, non facciamo un favore né a noi stessi né a chi ci circonda.

Ma attenzione:

invecchiare può essere divertente, se si impara presto a danzare con il tempo. Fa parte del processo rendersi conto che l’ossessione per la bellezza e la giovinezza ci priva sia della nostra individualità che della nostra dignità. Cerchiamo di compensare la fragilità interiore che accompagna questa fase con "miglioramenti" esterni. Ma cosa succede se questa fragilità non è solo un segno di declino, ma uno spostamento del attenzione verso un nuovo focus? Forse la nostra mente si alleggerirebbe, perché il peso della vita perderebbe improvvisamente importanza e l’anima si orienta maggiormente verso l’essenziale. Nasce cosi un nuovo focus che ci spaventa, perché ci è sconosciuto. Se seguiamo l’ossessione per la giovinezza e la bellezza solo per paura, perdiamo noi stessi, in quanto ogni ruga e ogni esperienza vissuta ha un valore inestimabile.

Non voglio affatto demonizzare gli interventi estetici. Ognuno dovrebbe vivere e maturare come meglio crede. Tuttavia, non dovremmo ignorare la profondità che accompagna l’invecchiamento. Ci mostra che la caducità non è solo un addio, ma anche una trasformazione e la consapevolezza di cioè un guadagno. Un guadagno in tranquillità, chiarezza e connessione con qualcosa di più grande, che non possiamo vedere se cerchiamo troppo di nasconderlo.

Non voglio ignorare le sfide dell’invecchiamento, ma piuttosto mostrare, con un pizzico di umorismo, di altre prospettive.

Perché anche questo è necessario: una buona dose di umorismo.

 

Trovo che questa poesia che ho scritto tanti anni fa abbia un legame profondo con il mio testo:

 

Viva

 

Viva la forza delle anime,

che nell’età non perdono la loro dignità e accolgono la giovinezza

che sfuma con consapevolezza,

lasciandola compostare nella vita.

 

Viva la bellezza delle anime,

che in ogni ruga scorgono

il tratto di pennello di una vita

che non vuole essere negata.

 

Viva la saggezza delle anime,

che con serenità

comprendono il momento della partenza

come vita compiuta.

 

© Manuela Dal Poggetto

traduzione del testo in collaborazione con Michele Menichelli

 

Spero che leggerete  il mio prossimo articolo il 23/05/2025

 

 

 

 

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Kommentare: 1
  • #1

    Silvia R. (Freitag, 16 Mai 2025 14:13)

    Non so perché ma credo che abbiamo tutti paura di morire. Anche se ci diciamo con saggezza " la vita e la morte sono facce della stessa medaglia" il nostro istinto ci spinge a credere che la vita sia piú importante della morte. Ma il "se vivo son viva, se son morta son morta", non mi ha mai convinto. Se conosco e osservo la vita dalla nascita conosco anche la morte che lentamente avanza ogni giorno nelle nostre cellule. Basta osservare, osservarsi e non opporsi.

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